La brina è un deposito di ghiaccio granuloso dall’aspetto cristallino a forma di scaglie o aghi che si forma per brinamento del vapore acqueo presente in atmosfera.

Come si forma la brina
La brina da irraggiamento è la più comune in Italia e si forma soprattutto su superfici che tendono a perdere calore: è frequente soprattutto durante le notti invernali con cielo sereno e calma di vento, condizioni che favoriscono la dispersione del calore. La brina si forma per il brinamento del vapore acqueo su una superficie fredda, quindi occorre che il punto di rugiada sia maggiore della temperatura superficiale ma inferiore a 0 °C. La brina può formarsi anche sopra altra brina, ghiaccio o neve e viene chiamata brina di superficie.
Differenza tra brina e rugiada
La brina può assomigliare alla galaverna, ma quest’ultima si forma attraverso il congelamento delle goccioline contenute in uno strato di nebbia, quando la temperatura è inferiore a 0 °C. Non si deve confondere la brina con la rugiada che congela e forma delle strutture di ghiaccio a bollicine che si chiamano rugiada bianca.
Le forme della brina quando gela
Specialmente in montagna, la neve caduta da poco può gelare a causa dell’effetto albedo; se l’umidità dell’aria è sufficiente, si possono così formare strutture gelate molto simili a schegge, squame, pinne, penne o conchiglie, talvolta curve o arricciate, altre volte dritte e tese chiamate fiori di neve.
Quando brina il vapore acqueo
Un tipo particolare di brina si ha quando il vapore acqueo brina direttamente sulla superficie interna di un vetro: questo accade quando l’umidità della stanza è piuttosto alta e le temperature esterne sono molto basse; in presenza di vetri non ben isolati termicamente. Col nome di colonne di ghiaccio, aghi di ghiaccio, piprake o Kammeis si indicano formazioni simili alle precedenti ma con la forma di torrette; si producono con una temperatura del suolo superiore a 0° C e una temperatura dell’aria molto inferiore a 0 °C.