Esame Obiettivo Ghiandola Mammaria

Le patologie mammarie sono più comuni nei bovini e sono di notevole importanza economica in quanto possono causare dolore ed insofferenza durante la mungitura.

La cute va completamente esaminata e palpata per individuare lesioni coperte da croste.

Le lesioni più comuni sono :

• aree eritematose

• papule

• vescicole

• pustole scaglie

• perdita di tessuto necrotico nel nord-america

malattie frequenti dei capezzoli bovini sono:

• pseudo vaiolo bovino

• mammellite ulcerativa

ANAMNESI:  Bisogna indagare accuratamente su alcuni aspetti:

• tipo di mungitura

• Numero di lattazioni

• Stato fisiologico

• Precedenti malattie della mammella ed eventuali trattamenti

• Produzioni medie

• Igiene della mungitura

• Condizioni di allevamento

Ispezione – Si esegue ponendosi da dietro e di fianco all’animale.

Si valuta:

• tipo di mammella

• Tipo di capezzolo

• Forma degli apici del capezzolo

• Alterazioni della cute della mammella

Le malattie più insidiose dal punto di vista clinico sono quelle vescicolari dei capezzoli perché sono difficili da differenziare da malattie enzootiche vescicolari come l’afta epizootica. Tuttavia la morfologia delle lesioni e le diversità epidemiologiche in gruppi di animali aiuta la differenziazione.

Osserviamo:

• Danni traumatici come lacerazioni superficiali e profonde, queste possono arrivare fino alla cisterna del capezzolo causando la fuoriuscita del latte attraverso la ferita. Inoltre bovine che calpestano il capezzolo possono causarne l’ amputazione.

• Papillomi causati da papilloma virus e caratterizzati da noduli rilevati e biancastri di 0,3 cm di diametro e lunghi 1 cm rimovibili con la trazione.

• Bruciature si verificano in bovine esposte ad incendi. Si osservano peli bruciacchiati e lesioni che vanno da eritema dei capezzoli a, vescicole e necrosi con fuoriuscita di siero.

• Bruciature da freddo in bovine esposte a climi freddi senza adeguata lettiera. La cute è fredda, necrotica e geme siero.

• Teilite: infiammazione dei tessuti del capezzolo che porta a gangrena ed è una complicazione della mastite gangrenosa associata a staphylococcus aureus, la cute è fredda, edematosa rosso scura o porpora-nerastra, geme siero ed i tessuti sono distesi per la presenza di bolle di gas.

• Ragadi e fessure : sono fessure lineari multiple dolorose alla palpazione. Possono essere dovute alla mungitrice che causano screpolature che possono essere aggravate da fattori ambientali causando ragadi.

Le lesioni compaiono sulla parete del capezzolo vicino alla giunzione con la mammella e si estendono intorno al capezzolo

• Impetigine causata da staffilococcus aureus con pustole di 2-4 mm alla base del capezzolo che possono estendersi al resto della mammella.

• Seborrea delle piaghe: nelle giovani vacche da latte dopo il parto. Si osservano lesioni all’inguine tra la mammella e la parte mediale delle cosce caratterizzata da infiammazione e fuoriuscita di siero.

• Fotosensibilizzazione del capezzolo: eritema seguito da edema , successiva essudazione ed infine gangrena delle aree non pigmentate. Le lesioni sono più evidenti sulle pareti laterali dei capezzoli, può portare l’animale a calciarsi l’addome.

• Mammilite ulcerativa dei bovini: vescicole con edema ed eritema dei capezzoli e successiva erosione dell’ epitelio. Le vescicole si rompono dopo 24 h con fuoriuscita di siero seguita da formazione di croste • Pseudo vaiolo: caratterizzato da eritema, edema doloroso coperto da essudato sieroso. Dopo 48 h si forma una papula arancio cui segue una crosta di colore rosso scuro. Dopo i margini si estendono e la lesione diventa ombelicata. Dopo 10 giorni il centro della crosta comincia a desquamare e i margini appaiono più rilevati (crosta ad anello)

• Le lesioni della punta del capezzolo : si possono avere eversione del capezzolo, prolasso del canale dei capezzoli erosione dell’ orifizio. In condizioni normali si può osservare inoltre un anello biancastro di 2 mm dovuto all’uso della mungitrice, diventa patologico quando questo anello va in contro a ipertrofia, cheratinizzazione e formazione di ragadi. In seguito può esserci infezione secondaria batterica con formazione di croste ed erosione dell’orifizio.

Palpazione- E’ preferibile praticarla dopo la mungitura e si esegue in senso distalo-prossimale. Bisogna palpare:

• I capezzoli: Con le punte delle dita. Si apprezza il canale del capezzolo che sarà spesso come un chicco di riso.

• I quarti: con il piatto della mano, sia superficialmente che profondamente. Si valuta la presenza di tumefazioni, lesioni, dolore, temperatura, pervietà del canale (prova della mungitura raccogliendo qualche getto in un secchio, ci permette di testare anche l’eventuale trattenimento di latte. Se c’è ostruzione bisogna individuarne la sede attraverso un sondaggio o con un ago bottonuto).

• Cute mammaria: se ne apprezza la temperatura (fredda= mastite gangrenosa, calda = mastite flemmonosa), algia, mobilità, ispessimenti, adesività della cute (in condizioni normali non devono esserci aderenze tra cute e tessuti sottostanti per cui la cute è sollevabile in pliche), tumefazioni.

• Corpo ghiandolare: si valuta consistenza e algia. La consistenza normale è più o meno granulosa. In caso di edema il tessuto ghiandolare sarà meno palpabile.

• Linfonodi: in caso di mastiti infettive risultano sempre ingrossati i mammari.

ESAME DEL SECRETO:

Di ogni quarto si valutano:

• quantità,

• PH (normale 6,5-6,7. Mastite gangrenosa < 6. Altre mastiti 6,9),

• qualità (aspetto, colore, consistenza, odore),

• contenuto in cellule,

• carica batterica,

• test di whiteside,

• california mastitis test.