Esame Obiettivo Apparato Respiratorio

alveoli-bronchi

e vie aeree vengono distinte in un tratto superiore (cavità nasali, laringe e parte cervicale della trachea) ed inferiore (comprendente la porzione intratoracica della trachea, i bronchi, i polmoni, la pleura, o spazio pleurico, il diaframma e la parete toracica).

ANAMNESI:

• Età: negli animali giovani è possibile osservare spesso anomalie congenite dell’apparato respiratorio (palatoschisi con passaggio di alimento e di liquidi nelle vie aeree)

• Razza: una predisposizione razziale nei confronti di anomalie delle vie aeree superiori è maggiormente osservata nei cani brachicefali. Inoltre i toy, di media età o in soggetti anziani, sono spesso portati a visita in seguito a tosse persistente dovuta a bronchite cronica e/o collasso tracheale.

• Natura e durate dei segni clinici: nel cane la presenza di tosse cronica, insorta da diversi anni potrebbe suggerire un’affezione respiratoria primaria quale ad esempio una bronchite cronica piuttosto che una patologia cardiaca. Comunque, nei cani anziani è possibile osservare la concomitante presenza di malattie cardiovascolari e respiratorie. Valutare l’evoluzione e il tempo d’insorgenza di una malattia respiratoria è molto importante ai fini di un corretto piano diagnostico: la spontanea risoluzione di sintomi respiratori può essere indicativa di infezioni autolimitanti. Un andamento stagionale della sintomatologia respiratoria può invece essere legato a patologie allergiche.

Il collasso tracheale e/o l’ipertensione polmonare associata a malattie cardiache del settore destro spesso causa ipossia cerebrale che è alla base della sincope. Essa può presentarsi in seguito ad esercizio fisico ovvero a episodi eccitativi.

• Ambiente e management: l’ambiente in cui vivono gli animali può essere considerato un fattore di rischio verso alcune patologie respiratorie. Nei grossi animali, si riscontrano malattie infettive e/o su base immunitaria in allevamenti con un inadeguato sistema di ventilazione.

• Il trasporto può essere considerato un “fattore scatenante” di alcune malattie respiratorie.

• Stato immunitario: l’incidenza e la gravità di molte patologie infettive dell’apparato respiratorio, è maggiore in animali non vaccinati o in quelli che non hanno acquisito un’immunità naturale.

• Trattamenti terapeutici: l’impiego di farmaci può alterare il quadro clinico negli animali.

ESAME FISICO DELL’APPARATO RESPIRATORIO: ISPEZIONE DEL TORACE ED ESAME FUNZIONALE DEL RESPIRO: Innanzi tutto vanno prese in considerazione la forma e la simmetria del torace. A tale scopo l’osservatore deve porsi alternativamente alla testa e dietro al posteriore dell’animale analizzando il torace dai due lati. La forma del torace può in certi casi assumere aspetti quasi caratteristici come per esempio, il così detto torace a botte del cavallo bolso. La simmetria non è conservata specie nei processi cronici unilaterali endotoracici, o in conseguenza di fatti traumatici. Sulla superficie toracica si possono apprezzare dei movimenti respiratori intercostali, diffusi o circoscritti, conseguenti a difficoltà respiratoria. L’ispezione del torace, nel cavallo, può inoltre mettere in evidenza, nelle regioni inferiori, la turgescenza della vene toracica esterna o speronaria: segno della bolsagine. Dopo l’ispezione del torace si compie l’ispezione del fianco che più significativamente dovrebbe chiamarsi esame funzionale del respiro. Tale esame deve essere condotto prima che l’operatore esegua qualsiasi manovra sull’animale in modo da non influenzare la frequenza e il tipo di respiro. L’esame funzionale del respiro deve essere condotto a riposo, in posizione quadrupedale, ponendosi ad una certa distanza in modo da non disturbare l’animale.

L’esame del respiro comprende: la frequenza, il tipo, il ritmo, l’ampiezza, la celerità, la simmetria del respiro, e ogni rumore associato ad esso.

• Frequenza: l’operatore deve porsi di lato, posteriormente all’animale. Nei cavalli normali a riposo i movimenti possono essere impercettibili, rendendo tale esame di difficile attuazione. In tali casi la frequenza può essere determinata, mettendo una mano vicino alle narici e contando il numero degli atti espiratori. Il ciclo respiratorio normale consiste in tre fasi: inspirazione, pausa, espirazione. L’operatore deve porre la sua attenzione sul numero di atti per minuto primo e sulla durata delle diverse fasi. Approssimativamente la fase inspiratoria ed espiratoria sono di uguale durata. Cani e gatti: 15-50 atti/minuto Bovini: 12-36 atti/minuto Cavalli: 8-12 atti/minuto La frequenza respiratoria aumenta ogni qualvolta diminuiscono le possibilità di scambio gassoso polmonare per aumento della concentrazione di CO2 nel sangue. Certi processi organici come per esempio l’enfisema polmonare non sono altro che la conseguenza patologica di una aumentata frequenza respiratoria compensativa. Tachipnea è l’aumento patologico della frequenza respiratoria. Essa può essere determinata dalle più svariate affezioni anatomiche delle vie respiratorie, da affezioni anatomiche e funzionali del’apparato circolatorio, da alterata crasi sanguigna, da perturbamenti di ordine generale, da ostacoli meccanici alla funzionalità dei muscoli respiratori. Non è detto peraltro che ogni affezione polmonare o toracica in genere porti sempre di necessità a tachipnea; questo si verifica in genere all’inizio dei processi stessi, ma se tali stati morbosi passano allo stato cronico, l’organismo può anche abituarvisi o meglio può trovare dei validi compensi per cui il respiro, a riposo, può presentarsi di frequenza normale.

Brachipnea è ciò si verifica in genere sotto l’influenza di gravi turbe nervose a carattere depressivo che coinvolgono i centri respiratori. L’ampiezza del respiro riguarda l’espansione toraco-addominale durante l’atto respiratorio. Le escursioni inspiratorie sono prevalentemente diaframmatiche, per cui dall’esterno si apprezzano solo lievi movimenti toraco -addominali. Il respiro diventa profondo in conseguenza di fatti patologici e, palesemente superficiale (e frequente), in conseguenza di fatti dolorifici legati alla pleura od ai nervi o muscoli intercostali. • Ritmo: è il regolare succedersi degli atti respiratori nel tempo, la loro durata dovrebbe essere sempre uguale perciò il tempo dovrebbe essere diviso in parti uguali in realtà si sa che l’espirazione ha una durata leggermente superiore. Il ritmo comprende l’inspirazione, l’espirazione e la pausa. Nelle malattie respiratorie la pausa può essere considerevolmente più breve oppure la fase inspiratoria, espiratoria, o entrambe, possono essere prolungate. Il ritmo respiratorio è strettamente collegato alla frequenza ed alla celerità: parliamo quindi anche di ritmo respiratorio accelerato e di ritmo rallentato.

Alterazioni del ritmo possono essere anche il respiro periodici (respiro normale alternato ad apnea) e il respiro di Cheyne Stokes (ritmo che rallenta progressivamente fino all’apnea ed è un segno preagonico).

• Tipo: il respiro può essere di tipo toracico (costale) o addominale; nella respirazione costale i movimenti coinvolgono principalmente la parete toracica, mentre quella addominale necessita dell’ausilio dei muscoli addominali e del diaframma. Nella maggior parte degli animali il respiro è essenzialmente costo-addominale. Solo nei piccoli ruminanti e nei bovini il movimento della parete addominale è maggiore rispetto a quella della parete toracica (respiro addominale).

Il respiro può diventare costale in seguito a processi acuti endo-addominali, e si manifesta nettamente addominale nelle grandi difficoltà espiratorie. In tutte le specie animali la fase espiratoria è essenzialmente passiva a differenza di quella inspiratoria.

Negli equini durante la fase inspiratoria è possibile distinguere:

1) Inizialmente un rilassamento dei muscoli addominali

2) Successivamente, un’attivazione dei muscoli intercostali e del diaframma

Mentre durante l’espirazione è possibile osservare:

1) Un iniziale rilassamento passivo dei muscoli intercostali e del diaframma

2) Successivamente una contrazione attiva dei muscoli addominali, con conseguente sollevamento della parete addominale al termine della espirazione

• Ampiezza: è l’espansione toraco-addominale che si verifica durante ogni atto respiratorio le normali escursioni della parete toracica ed addominale possono risultare superficiali o profonde

• La celerità respiratoria si riferisce alla durata di ogni singolo atto respiratorio, che può essere aumentata o diminuita. La celerità è proporzionale alla frequenza quando fra un atto respiratorio e l’altro non esiste nessuna apprezzabile interruzione. Il respiro può diventare celere, anche se poco frequente, quando fra un atto respiratorio e l’altro esiste una pausa prolungata.

• Simmetria dei movimenti della parete toracica: normalmente, entrambe le pareti toraciche si muovono simmetricamente. Tale condizione può venire meno in corso di pneumotorace oppure in condizioni algiche che coinvolgono un emitorace. In campo patologico, la fase inspiratoria può essere prolungata per ostacoli nelle prime vie respiratorie e lungo il decorso dei bronchi. Saranno quindi ostacoli prevalentemente inspiratori tutte le lesioni atte a ridurre il lume delle narici, delle cavità nasali e della faringe, come pure i processi laringo tracheali e dei grossi e medi bronchi.

La fase espiratoria si prolunga per lesioni ed ostacoli esistenti nei piccoli e piccolissimi bronchi, in quanto questi nella fase inspiratoria hanno la possibilità di espandersi e facilitare l’ingresso dell’aria, mentre nella fase espiratoria se la mucosa è tumefatta od edematosa o su di essa è depositato del catarro, la fuoriuscita dell’aria è ostacolata ed ha bisogno quindi di maggior forza espulsiva e di maggior tempo.

Ricordiamo però come certi stati patologici dei piccoli e piccolissimi bronchi (spasmi) possono ripercuotersi anche sulla fase inspiratoria. La fase espiratoria risulta prolungata in conseguenza della perdita di elasticità del polmone ed anche per deficiente tono della muscolatura respiratoria legato a fatti locali e più spesso a fatti di ordine generale. Alla prolungata espirazione si accompagna quasi inevitabilmente la discontinuità della fase stessa. Ciò corrisponde all’entrata in funzione degli obliqui dell’addome, che rendono ben manifesta la linea dell’ipocondrio (corda del fianco). La fase espiratoria può risultare anche con molte interruzioni o polidicrota. Anche la fase inspiratoria può manifestarsi discontinua. La discontinuità multipla inspiratoria che prende il nome di respiro a gradini. Questa particolarità disfunzionale risponde in genere ad ostacoli all’ingresso dell’aria, diversamente distribuiti nell’albero respiratorio; in qualche caso può essere anche la conseguenza di sensazioni dolorifiche.

Normalmente le pareti toraciche e quelle addominali compiono contemporaneamente i loro movimenti espansionistici e di retrazione, nello svolgersi dell’atto respiratorio. Il fulcro di questa concordanza è rappresentato dal diaframma che equilibra la pressione endo-addominale con quelle atmosferica ed endo-toracica durante le fasi del respiro; in conseguenza di una lesione nervosa o muscolare del diaframma, i movimenti del torace e quelli dell’addome risultano alternati (respirazione discordante o ad altalena). Nel versamento pleurico di una certa entità questa manifestazione disfunzionale non manca mai. Quando al versamento pleurico si accompagnano altri fatti polmonari o broncopolmonari, la difficoltà e la frequenza respiratoria possono rendere meno chiaro questo sintomo.

Se durante l’evoluzione di un processo pneumonico o bronco pneumonico si vede comparire il respiro discordante, si può arguire, di massima, che la pleura è interessata (pleurite essudativa meta pneumonica). Il respiro discordante compare anche nelle ernie diaframmatiche e nel pneumotorace spontaneo, nei versamenti pericardici e nelle cardiopatie con grande aumento di volume del cuore (cane); non è manifesto in genere nei versamenti addominali. In caso di perdita di elasticità polmonare associata a ipotonicità diaframmatica si osservano oscillazioni ad altalena toraco-addominali in espirazione (respiro discordante). Nei bovini, se si fissa l’attenzione alle regioni inferiori del torace durante il respiro, un accenno a discordanza si osserva anche in condizioni fisiologiche. La dispnea è un respiro difficoltoso caratterizzato, ad ogni atto respiratorio, da eccessivo escursioni della pareti toraciche e addominali, è un processo nel quale sono contemporaneamente presenti quasi tutte le alterazioni sopra ricordate. Il respiro dispnoico è un respiro di massima frequente, ampio, difficoltoso e con possibili alterazioni del ritmo.

Prevalente difficoltà inspiratoria quindi con inspirazione prolungata (dispnea inspiratoria) o con difficoltà espiratoria ed espirazione prolungata (dispnea espiratoria), o con ambedue le fasi compromesse (dispnea mista), o con respiro discordante (dispnea discordante). L’animale dispnoico assume anche gli atteggiamenti particolari: testa estesa sul collo, arti anteriori divaricati, respirazione boccale con procidenza della lingua, abnorme e permanente dilatazione delle narici; nei bovini risulta inoltre molto evidente il polso venoso respiratorio alle giugulari. La dispnea è espressione di gravi fatti ostacolanti la funzione respiratoria. Molti processi endotoracici, extrapolmonari possono intervenire nel determinismo di un quadro dispnoico. La dispnea inspiratoria è caratterizzata da una prolungata fase inspiratoria con aumentata attività dei muscoli intercostali; nei casi di ostruzione delle alte vie respiratorie, può essere accompagnata da stridore. La dispnea espiratoria è caratterizzata da una prolungata fase espiratoria, con esagerata attività dei muscoli addominali (bolsaggine) nella quale, nelle fasi croniche, è possibile osservare un andirivieni dell’ano, sincrono alle fasi respiratorie, e la presenza del solco della bolsaggine.

Tale dispnea espiratoria comunemente è secondaria ad ostruzione delle basse vie aeree. I soggetti dispotici presentano: facies ansiosa, abduzione dei gomiti, estensione della testa e del collo. INTERPRETAZIONE DI UN RESPIRO ANORMALE

Cinque diversi tipi di respiro anomalo:

1) Respiro frequente e profondo può essere associato ad: ansietà ed attività fisica, malattie polmonari, febbre e acidosi.

2) Respiro lento e profondo: si osserva occasionalmente in animali con grave ostruzione delle vie aeree profonde in cui la notevole riduzione del flusso di aria porta ad un aumento della durata della fase inspiratoria ed espiratoria senza un aumento della frequenza.

3) Respiro celere e superficiale: può essere indicativo di: stato ansioso, condizioni morbose che si accompagnano a respiro doloroso, patologie restrittive dei polmoni, lesioni occupanti spazio che riducono il volume toracico e limitano l’espansione polmonare.

4) Respiro lento e superficiale: può verificarsi in animali con grave depressione del sensorio, o in risposta ad alcalosi metabolica

5) Respiro di Cheyne- Stokes si riscontra raramente; è caratterizzato dal passaggio graduale da una respirazione a frequenza aumentata ad una a frequenza rallentata (fino ad una apnea più o meno evidente) si associa a patologie del sistema nervoso centrale.

6) Respiro periodico: periodi di respirazione normale si alternano con periodi di apnea.

RUMORI RESPIRATORI ANORMALI Alcuni rumori respiratori sono udibili durante la respirazione senza l’ausilio dello stetoscopio. Quando presenti a riposo, indicano il coinvolgimento di un tratto dell’apparato respiratorio: essi includono gemito espiratorio, tosse, sbuffo, stridori, starnuti, starnuti inversi.

• Tosse: la tosse è un riflesso che origina dalla stimolazione del centro della tosse situato nel midollo allungato, è indotta dalla stimolazione dei recettori del tratto respiratorio, situati principalmente a livello della laringe, faringe, trachea e bronchi.

La tosse consta di diverse fasi: 1) Profonda inspirazione seguita da chiusura della glottide 2) Vigorosa espirazione forzata 3) Compressione dell’aria nei polmoni 4) Rapida apertura della glottide con espirazione a carattere esplosivo in cui la velocità dell’area emessa è di alcune centinaia di metri al secondo. La tosse ha la funzione di rimuovere il muco in eccesso, le secrezioni di carattere infiammatorio, o materiale estraneo dal tratto respiratorio inferiore verso la laringe. La tosse generalmente è indice di malattia polmonare. In genere la tosse non è dolorosa ad eccezione delle forme legate a laringite acuta, bronchite e/o pleurite in tali casi l’animale cerca di sottrarsi volontariamente al riflesso della tosse. La tosse è produttiva se si associa ad espulsione di materiale a carattere essudativo, muco e/o sangue attraverso le cavità nasali e/o la cavità orale; viceversa una tosse non produttiva viene comunemente detta secca. Nei casi in cui la tosse sia rara è necessario provocarla chiudendo temporaneamente le narici e la bocca per 30-60 sec ovvero impiegando un pallone respiratorio. In corso di laringo-tracheite la palpazione esterna e/o la leggera compressione di tali strutture può indurre tosse.

Nella specie equina non è infrequente osservare alcuni colpi di tosse all’inizio del lavoro con produzione di muco in eccesso in seguito a variazioni dell’umidità e/o della temperatura esterna. Nei piccoli animali la tosse secca è in genere indicativa di bronchite cronica, collasso tracheale, e compressione del bronco principale ad opera dell’atrio sx dilatato.

• Starnuto: ha la funzione di ripulire il naso-faringe. Si caratterizza per una espirazione forzata in seguito ad una stimolazione della mucosa nasale. Gli starnuti non si osservano nei grossi animali. Starnuti occasionali si riscontrano in animali normali.