Raffaele Piria

Raffaele Piria fondò la prima scuola di chimica italiana. Nasce a Scilla Nel 1829,dopo aver completato brillantemente il ciclo di studi a Reggio Calabria, viene condotto, appena quindicenne, dallo zio a Napoli ed iscritto presso il Real Collegio Medico per intraprendere gli studi in medicina. Dove lo scopo era di preparare dei medici per l’esercito napoletano. Una scuola privata modello con 21 cattedre. Nel 1834 20 anni,consegue la laurea in medicina e chirurgia.

Gli studi in medicina a Napoli prevedono due esami finali:uno per conseguire il titolo di dottore in medicina ed uno per il titolo di dottore in chirurgia. Tuttavia manifesta grandissima motivazione ed interesse per la chimica ed una notevole inclinazione all’insegnamento, tanto che Lancillotti,docente di questa disciplina presso il Collegio Medico-Chirurgico di Napoli, intravedendo in lui le doti del ricercatore, lo sceglie come collaboratore e aiuto nella preparazione delle lezioni. Vi erano diversi e numerosi ospedali per uomini e donne per le malattie acute, quello per i ciechi e sordomuti,quello per le prostitute e le donne affette da sifilide .

Raffaele esercita la professione medica per un periodo molto breve seguendo istintivamente la passione per la ricerca e per la chimica. Inizia,infatti,quasi subito le sue prime sperimentazioni applicandosi allo studio dell’analisi quantitativa degli elementi ma si rende conto che gli serve una bilancia di precisione e si rivolge a Giuseppe Spano, napoletano esperto costruttore di apparecchi e strumenti di misura, dal quale, si fa costruire una bilancia di precisione originale. Nel laboratorio di Dumas, Piria inizia le ricerche sulla salicina, e ne scopre le proprietà .

 

 

Ottiene l’idruro di salicile facendo reagire la salicina con un miscuglio di bicromato di potassio e acido solforico. Oltre alla formazione di acido carbonico e formico Piria, ottiene e descrive una nuova sostanza che denomina “Idruro di salicile” (proprietà dell’essenza di mandorle amare, aldeide benzoica).Dalla salicina successivamente ottiene l’acido salicilico che apre la strada alla formulazione dell’aspirina. La salicina è un glucoside che sottoposta a riscaldamento ,in presenza di acidi o per azione di opportuni enzimi,si scinde in glucosio ed alcool. Le sue virtù terapeutiche sono menzionate nel papiro di Ebers.

Ippocrate,utilizzò l’infuso della corteccia e delle foglie di salice per le proprietà antidolorifiche. Per i medici della Scuola Salernitana possedeva proprietà anti-afrodisiache. Gli uomini per secoli hanno utilizzato i preparati del salice per combattere mal di testa, febbri, reumatismi. Nel 1897 2 chimici tedeschi, della Società Bayer (fondata nel 1865, anno della morte di Piria),hanno messo a punto un farmaco chiamato “aspirina” il cui preparato base era l’acido acetilsalico. Egli si muove quindi all’interno della cosiddetta teoria dei radicali basata sul principio che i composti organici sono costituiti di gruppi atomici inalterabili,capaci cioè di passare da un composto all’altro, senza subire alterazioni ed enuncia una originale teoria degli accoppiamenti. Negli anni ’40-41 pubblica il trattato

Elementi di chimica inorganica. Piria e Savi studiarono un minerale in Toscana a cui diedero il nome di Branchite. Inoltre si occupò dell’asparagina ottenendo brillanti risultati sulla costituzione chimica e i suoi derivati. Egli svela la relazione tra l’asparagina e l’acido malico e presenta l’originale metodo di convertire per mezzo dell’acido nitroso l’ammide ossidrile (Reazione di Piria). Piria sta fra i più celebri chimici d’Europa. Nel1855 la corrispondenza di idee e obiettivi tra Piria e Matteucci sfocia nella realizzazione di un periodico,“Il Nuovo Cimento”. Nel 1857 intraprende la redazione di un trattato di chimica organica. Successivamente si sposta a Napoli e per un mese ricopre la carica di Ministro della Pubblica Istruzione. Nel 1861 è nominato Professore Onorario della Regia  Università di Napoli. Nel 1865 muore dopo 5 giorni di agonia.