Storia della Chirurgia

La chirurgia (mano e lavoro) è un ramo della medicina che manipola fisicamente la struttura del corpo a fine diagnostico, preventivo o curativo.
Ambroise Parè: chirurgo francese,le attribuì 5 funzioni:
1) eliminare il superfluo, 2) ridurre ciò che si è dislocato, 3) separare ciò è stato unito, 4) riunire ciò che è stato separato, 5) riparare ai difetti della natura.

L’evoluzione della medicina attraverso   la chirurgia è possibile dividerlo in 4 periodi:

1°periodo:Chirurgia antica si sviluppa come braccio operativo della medicina stessa (Igiene dietetica,farmaceutica delle erbe,chirurgica) e da questa trae gli insegnamenti. Nella chirurgia degli egizi affiorano gli elementi religiosi ed istituzionali che limitano gli interventi:  da una parte si evidenziano delle conoscenze avanzate nel campo della chirurgia anatomica  e  sviluppi per gli interventi nei processi di mummificazione eseguiti da chirurghi non medici, dall’altra sono stati scoperti molti reperti che hanno consentito di dedurre che anche la chirurgia medica usufruiva delle conoscenze: è stato scoperto recentemente una protesi in legno di un’ alluce.

2°periodo: collegato con il crollo dell’Impero Romano d’oriente e la nascita della medicina monastica, per opera di Cassiodoro a Squillace, nel quale la medicina ippocratica divenuta nobile arte si distacca dalla chirurgia sporca e chiassosa. La chirurgia viene abbandonata nelle mani ignoranti di praticoni che praticavano soprattutto il salasso.

3°periodo:che coincide con il declino della Scuola Salernitana e la nascita delle Università, durante il quale per merito di quattro chirurghi, tra cui un calabrese, Bruno da Longobucco , si compie un riavvicinamento dottrinario e culturale tra la chirurgia e la medicina. Si riprende lo studio dell’anatomia e si riprendono le dissezioni del cadavere. Federico II, nell’atto di fondazione dell’Università ha regolamentato che un medico deve superare un esame di filosofia, successivamente di chirurgia.
4°periodo: che arriva ai giorni nostri in cui le tecniche chirurgiche dettano il percorso della medicina, in cui la tecnologia prevale anche sull’uomo: chirurgia dei trapianti, delle protesi, le nanotecnologie, la robotica.

Le prime tecniche chirurgiche si utilizzarono per il trattamento delle ferite ed i traumi prodotti nel corso della vita. La combinazione di studi archeologici ed antropologici offre informazioni sui metodi rudimentali di sutura, amputazione,drenaggio, e cauterizzazione, di ferite, ottenuti con strumenti incandescenti.

Esistono numerosi esempi:
• un misto di salnitro e di zolfo , posti sulla ferita, veniva incendiato, metodo usato da alcune tribù asiatiche;
• la tecnica di drenaggio di alcune tribù dakota , mediante l’impiego dell’anima di una piuma connessa ad una vescica animale per succhiare il materiale purulento,
• la ricerca di aghi dell’età della pietra che avrebbero potuto essere utilizzati in suture.
• l’ingegnoso metodo sviluppato da alcune tribù in India e in Sud America, che schiudevano le ferite minori, applicando termiti o coleotteri ai quali, dopo che hanno morso i bordi avvicinati della ferita, viene torto il collo, così da lasciare la testa rigidamente agganciata come graffe.

Esistono ritrovamenti archeologici di crani con segni evidenti di trapanazione (perforazione delle ossa piatte della testa per accedere all’encefalo),datate intorno all’anno 3000a.C., nel quale si postula la sopravvivenza del paziente dopo l’intervento. Tra i trattamenti applicati dagli aztechi,per trattare le fratture :l’osso rotto deve essere steccato, esteso ed aggiustato, e se questo non sara sufficiente, si farà un’incisione nell’estremo dell’osso inserendo un ramo di abete nella cavità midollare. Un’altra disciplina correlata alla chirurgia è l’anestesiologia. L’alcool è probabilmente uno degli anestetici più antichi. E’conosciuto l’impiego dell’oppio da migliaia di anni per uso anestetico oltre che ricreativo. Altre piante utilizzate nell’antichità con lo stesso fine furono l’estratto di Cannabissativa, il ginepro comune, la pianta di cacao la mandragora. Ippocrate,descrive una spugna impregnata con oppio e mandragora che era in grado di dare il sonno ai malati.

Dioscoride: un medico greco, descrivendo gli effetti soporiferi della mandragora parla per la prima volta di “anestesia”.  Altra tecnica antica è il salasso o flebotomia, usata da peruviani, indiani, greci(Ippocrate),effettuato mediante strumenti taglienti o l’utilizzo di sanguisughe. Nel papiro Kahun: si è citata la tecnica del salasso utilizzata da alcuni veterinari egizi. È stata utilizzata per la cura di dolori disparati come l’infiammazione, l’infezione, l’ictus, la fase maniacale delle psicosi bipolari.
Il modello di salute e malattia tra i Sumeri si basava su una concezione sovrannaturale della malattia, questa era un castigo divino imposto da differenti dèmoni inseguito alla rottura di alcuni tabù. Così la prima cosa che il medico doveva fare era identificare quale dei circa 6000 possibili dèmoni aveva causato il problema. Per farlo utilizzavano tecniche divinatore basate sullo studio del volo degli uccelli, della posizione degli astri o del fegato di alcuni animali. In questo modo la medicina era profondamente legata al sacerdozio,e la chirurgia restava relegata a specialità medica di seconda categoria.

Egitto: Il primo trattato di chirurgia è stato scritto da Imhotep,sacerdote,astronomo,medico e primo architetto di cui si abbia notizia. La sua fama di guaritore fu tale che venne deificato e considerato il dio egizio della medicina. Tra i vari papiri conservati se ne conoscono nove relativi a materie mediche; tra essi il più famoso e importante è quello denominato dal suo scopritore George Ebers.

America pre-Colombiana: Numerose scoperte archeologiche dimostrano che la pratica della trapanazione del cranio era conosciuta in tutto il continente americano,ma sopratutto nelle due principali civiltà del centro-sud:Aztechi ed Inca. Si conosce l’uso della coca, del vagè, del vopo, del pericà, del tabacco, del yoco e del curaro come agente anestetico. È degno di nota trovare la prima scuola medica nel Monte Alban, nel cui sito si sono trovate alcune incisioni anatomiche,tra le quali appaiono esservi interventi di parto cesareo ed una descrizione di diversi interventi minori,come l’estrazione di denti,la riduzione delle fratture o drenaggio di ascessi.

Magna Grecia: insieme con i documenti librari che attestano la tradizione medico-chirurgica calabrese,esiste un interessante strumentario chirurgico composto da pinze, uncini, sonde, di fattura molto raffinata in bronzo e ferro con decorazioni e incisioni in argento,questi reperti sono stati rinvenuti nel corredo funerario di una tomba di epoca romana in una località nel comune di Luzzi in provincia di Cosenza.

Bruno da Longobucco : si formò nel suo paese e a Rossano centri di scambi culturali e commerciali. Interpretando una chirurgia più dotta e più sistematica di Galeno e Avicenna e Ruggero.Dal XI secolo in poi la Scuola Salernitana subisce dei cambiamenti,i monaci vengono sostituiti con i maestri laici e si fa strada la pratica della chirurgia e delle quali Bruno da Longobucco è l’esponente più autorevole.

Nel 1238 Federico II concede alla scuola l’autorizzazione x la dissezione dei cadaveri,ma successivamente inizia la decadenza di questa scuola x l’istituzione nel 1224 dell’università di Napoli per opere di Federico II cosi la cultura medica diventa patrimonio di varie città italiane ed europee,con la conseguente migrazione di uomini verso altri centri di studio diffondendo vari testi di medicina. Si diffondono le università,con vari tipologie ,quella statale governata dell’imperatore,quella retta da autorità ecclesiastiche come quella di Parigi e quelle in Inghilterra anche se i maestri sono sempre monaci,le lezioni si tengono per strada o in casa di maestri dove gli allievi ricevono anche ospitalità, cosi nascono i primi college soprattutto in Inghilterra (Oxford e Cambrige). A Bologna gli studenti vivono negli ospizi con le loro famiglie. A Padova i maestri venivano eletti annualmente e tra i fondatori dell’università padovana e tra i più illustri e primi docenti di chirurgia troviamo Bruno da Longobucco.

Nel II secolo d.C. Antillo fu il primo a praticare la tracheotomia orizzontale. Lasciata la Calabria ,gli studi di bruno proseguono presso la scuola di Salerno. Nel XIII secolo bruno è conosciuto come un dotto cultore della medicina araba e pratica la chirurgia e l’insegnamento. Con prescrizioni riguardo alla cura delle ferite, è necessario prima fermare l’emorragia lasciarle asciugare ed evitare la formazione di pus,in contrapposizione con Galeno che riteneva che il pus fosse un processo fisiologico utile a guarire le ferite.,inoltre afferma di usare bende imbevute con vino bollito per portare all’essiccamento le lesioni,cosi ritiene anche Teodorico suo collega negli studi a Bologna.

Pratica per prima le suture con budello  animale con fili di seta e di cotone,e la paracentesi (tecnica medico-chirurgica che consiste nel drenaggio di fluido da una cavità corporea) in presenza di idropsia (provocata da batteri con l’accumulo di liquidi nelle cavità interne). Per le ferite dell’omento (porzione sierosa peritoneale)  Bruno suggerisce di rimuovere i tratti divenuti verdi o neri e legare tutte le arterie e le vene con un filo perché altrimenti l’addome diventa putrido per l’afflusso di sangue. Inoltre introduce l’intervento della cataratta e suggerisce il taglio delle vene della congiuntiva quando diventano varicose,e suggerisce di aprire per intero le fistole dell’ano. Scontrandosi con i medici cristiani suggerisce 2 tecniche per la castrazione chirurgica:taglio e compressione . Bruno morì a Padova

Marco Aurelio Severino: nato a Tarsia fu professore di Anatomia e Medicina a Napoli. Egli  abbracciò appieno la filosofia galileiana e usando il microscopio descrisse addirittura l’utero dello scarabeo (che,naturalmente,ne è privo). Dimostrò tuttavia che negli insetti ritroviamo gli organi che ci sono negli animali superiori; sosteneva anche che il microscopio doveva servire a vedere cose invisibili. Severino fu anche un grande chirurgo e pubblicò il primo trattato illustrato di patologia chirurgica. A Napoli ci fu una epidemia di difterite e lui praticando la laringectomia salvò molte vite,purtroppo però si ammalò anche lui di peste e morì.

Bruno Amantea: medico, letterato ,filosofo di grande umanità. Studiò a Cosenza con il fratello maggiore sacerdote e professore di filosofia al Seminario fino a 18 anni quando partì per Napoli per studiare Medicina al Collegio dell’Ospedale degli Incurabili alla scuola di Domenico Cotugno .
Amantea e Cotugno, discepolo e maestro morirono nello stesso anno. Secondo Colletta: “ tutto il popolo era intorno alla bara di Bruno Amantea che si era prodigato per i poveri e una folla di dotti a quella del Cotugno che si era prodigato per l’insegnamento. ”