Antipertensivi

La pressione è la risultante di più meccanismi destinati ad assicurare l'apporto di ossigeno e nutrienti a tutto l'organismo.

È la pressione che il liquido esercita sulle pareti dei vasi e dipende dal tono vasale e dal volume circolante. Il cuore influisce sulla pressione attraverso la gittata cardiaca. Ci sono però altri fattori che influenzano questa attività:

La pressione è la risultante di più meccanismi destinati ad assicurare l'apporto di ossigeno e nutrienti a tutto l'organismo.

È la pressione che il liquido esercita sulle pareti dei vasi e dipende dal tono vasale e dal volume circolante. Il cuore influisce sulla pressione attraverso la gittata cardiaca. Ci sono però altri fattori che influenzano questa attività:

• Il sistema nervoso vegetativo influisce sull'attività cardiaca, la muscolatura dei vasi e a livello renale la “spremitura” del corpuscolo e la macula densa (meccanismo ipertensivo).

• La pressione è influenzata anche dal surrene, che libera adrenalina e ormoni della corticale (mineralcorticoidi), come l'aldosterone, che regolano l'equilibrio idrosalino.

• A livello intestinale è importante l'assorbimento di alimenti e sali.

• Infine sono importanti i barocettori, localizzati principalmente nell'arco aortico e nella biforcazione della carotide, che controllano l'attività cardiaca.

Una ipertensione non controllata può provocare danni generali agli organi e sulle pareti dei vasi. La pressione sistolica è indice dello stato cardiaco, la diastolica indice del circolo e dei vasi. La pressione sistolica media è circa 130-135mmHg, in soggetti anziani è più elevata in quanto avanzando con l'età aumentano i processi aterosclerotici e fattori che aumentano la pressione.

Se si hanno anomalie sulla pressione diastolica, che normalmente varia intorno a 80mmHg, si ha ipertensione. Il limite massimo della diastolica attualmente è 90mmHg, ma tende a diminuire proseguendo con gli studi, perché mantenendo la diastolica bassa si riducono incidenti cardiovascolari collaterali.

Come si misura la pressione? La misurazione si esegue a riposo; per la normalizzazione dell'attività cardiaca occorrono almeno 20 minuti di riposo. Per determinare se un soggetto è iperteso sono necessarie almeno 4 o 5 rilevazioni perché ci sono molte cause che possono determinare una ipertensione momentanea, in quanto la pressione è determinata da vari fattori.

L'ipertensione da stress è dovuta all'aumento di adrenalina surrenalica, in questo caso si influenza di più la pressione sistolica della diastolica. Lo stato ipertensivo si rivela quando lo stress è continuato e tonico, quindi perdura nel soggetto per un periodo di tempo molto lungo. Un'altra causa di ipertensione è l'insufficienza renale; nell'insufficienza renale il rene non drena correttamente i liquidi facendo aumentare la pressione, non essendo allontanato l'eccesso di liquidi circolanti si aumenta la pressione. Anche se ci sono moltissime probabili cause non tutte sono ricolonsciute; l'ipertensione idiopatica o essenziale è determinata da cause ignote.

Tra le cause riconosciute che determinano ipertensione si ha il feocromocitoma, adenoma della midollare del surrene che comporta una produzione eccessiva di adrenalina con aumento della pressione tramite l'azione sul cuore e sui vasi. Se l'adenoma colpisce la midollare si ha sovrapproduzione di aldosterone, con ritenzione idrosalina e aumento della pressione; si definisce iperaldosteronismo primario.

Una delle forme di ipertensione più note è quella renovascolare. Il rene è importante per determinare la pressione in quanto presenta una struttura ghiandolare chiamata macula densa o apparato iuxtaglomerulare; nella zona di avvicinamento tra l'arteriola afferente e il tubulo distale viene prodotto un ormone, la renina, caratterizzato da un'attività enzimatica che collega attivamente il rene al fegato. La renina viene immessa nel torrente circolatorio quando cala il flusso nell'arteriola renale. A livello del fegato la renina scinde l'angiotensinogeno (sintetizzato costantemente) producendo angiotensina-I, un decapeptide che a livello polmonare viene convertito a angiotensina II (ottapeptide). L'angiotensina-II è il più potente vasocostrittore endogeno e agisce su specifici recettori vascolari. Questo sistema risponde sia a un'ipotensione sistemica che a una locale; spesso i problemi locali si risolvono con l'introduzione di stent, ma talvolta si hanno reninomi e il problema non è facilmente eliminabile.

L'angiotensina-II e i sui meataboliti (da 3 e 5 aminoacidi) stimolano la produzione di aldosterone a livello surrenale, il quale trattiene liquidi. L'organo più ricco di attività enzimatica (trasformazione dell'angiotensina-I in angiotensina-II) è il polmone, che lavora in collaborazione con il rene per il mantenimento del sistema. Esistono farmaci specifici che vanno ad agire sull'asse renina-angiotensina.