Linfomi non Hodgkin

Che cos’è un linfoma

Un linfoma è un tumore che prende origine nel sistema linfatico, ovvero nelle cellule e nei tessuti che hanno il compito di difendere l’organismo dagli agenti esterni e dalle malattie e di garantire una corretta circolazione dei fluidi nell’organismo.

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Classificazione dei linfomi

Innanzitutto, i linfomi possono essere classificati in:

  1. Linfomi Hodgkin.
  2. Linfomi non Hodgkin (LNH)

Linfomi non Hodgkin (LNH)

Rappresentano la maggioranza dei linfomi che si osservano perchè sono, in realtà, un’entità molto eterogenea. Naturalmente, il punto di riferimento è la trasformazione neoplastica di un organo linfoide secondario, prevalentemente si tratta di linfonodi, ma non solo. La cellula d’origine è un linfocita e di solito si tratta di un linfocita B, meno frequentemente di un linfocita T e (raramente) di un linfocita NK. Questo rappresenta un vantaggio in termini terapeutici, perchè i linfomi B sono sicuramente più curabili (e meno aggressivi) di quelli T. Infatti nella maggior parte dei casi la cellula di origine è costituita da un linfocita B,in una minoranza dei casi da un  linfocita T. dovuto a differenti cause come mutazioni, aberrazioni cromosomiche ecc ecc…

Sotto suddivisione dei linfomi

Si suddividono inoltre in altri gruppi:

  • linfomi indolenti o  a basso grado di malignità
  • linfomi aggressivi o ad altro grado di malignità
  • Linfomi altamente aggressivi.

I linfomi aggressivi ed altamente aggressivi hanno, generalmente, una presentazione clinica con sintomi sistemici ed un’evoluzione relativamente rapida (in poche settimane o pochi mesi si assiste all’aumento delle dimensioni delle lesioni), quindi si comportano in maniera simile rispetto alle leucemie acute. Hanno una evoluzione molto rapida perciò vanno curati. I pazienti con questo tipo di linfoma, di solito, arrivano alla diagnosi in uno stadio precoce (I-II stadio): si recano dal medico perché preoccupati dall’aumento di volume della milza e/o di linfonodi superficiali. i linfomi indolenti, hanno una presentazione più subdola, hanno andamento più lento, sintomi sistemici più raramente presenti alla diagnosi. Infatti, si arriva alla diagnosi in stadio già avanzato.

  • Rappresentano il 3% di tutti i tumori maligni nei paesi occidentali.
  • L’incidenza è in aumento nei Paesi industrializzati (per quanto riguarda l’Italia l’incidenza aumenta perchè sono presenti grandi quantità di rifiuti tossici).
  • L’incidenza incrementa in maniera esponenziale con l’età: i linfomi di non Hodgkin  indolenti colpiscono gli adulti anziani con un picco a 55-60 anni; i linfomi di non hodgkin  ad alto grado di malignità possono interessare tutte le età con maggiore incidenza nei giovani adulti.

I fattori di rischio posso essere :

  • Età avanzata
  • Sesso maschile
  • Razza bianca
  • Fattori ambientali (esposizione a radiazioni, agenti tossici, radon ecc.): i pazienti che si ammalano spesso fanno parte di stessi quartieri o paesi, segno che sono tutti esposti allo stesso agente tossico proveniente dall’ambiente.
  • Infezioni da HIV, HCV, EBV, H.Pylori.

Molti linfomi vengono classificati sulla base della cellula di origine quindi, se si capisce quali sono le zone interessare si può risalire facilmente alle caratteristiche che deve avere la neoplasia.

Sintomi dei linfonodi non Hodgkin

I sintomi dei linfomi possono essere: febbre, sudorazione notturna, calo ponderale. Esordiscono coinvolgendo sia multiple stazioni linfonodali sia la milza, il midollo ed altre sedi linfonodali.

Terapia dei linfonodi non Hodgkin

Oggi ci sono terapie che possono portare a guarigione i linfomi; ciò non era possibile in passato, quando ci si avvaleva solo della chemioterapia, soprattutto nel caso di un linfoma indolente. Quest’ultimo, infatti, avendo un basso evento proliferativo, risultava poco responsivo alla chemioterapia.

Nel linfoma aggressivo che, come le leucemie acute, è altamente chemio-sensibile.  quindi ci sono diversi fattore per considerare l’eliminazione attraverso la chemioterapia.

Questi fattori sono:

  • l’età del paziente,
  • il performance status,
  • lo stadio della malattia,
  • l’evidenza della progressione della malattia.

Nei pazienti più giovani (<70 anni), che possono rispondere bene al trattamento chemioterapico.

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